

“Non ti scordar di me”, olio su tela con applicazione di ottone in polvere lamellare e di oro verde 18 carati in foglia libera a doppio spessore applicati a missione all’acqua; blu oltremare naturale di lapislazzuli afgani e cinabro della serie speciale colori ad olio della ditta Zecchi di Firenze.
I non ti scordar di me sono dei piccoli fiori azzurri che in passato si ponevano in dono d’amore per non esser dimenticati.
Quello che simboleggia il fiore è un appello alla speranza che trova il suo simbolo nella rondine che ritorna: care sono le parole della canzone di Ernesto de Curtis, cantata dalle voci di Pavarotti, Claudio Villa, Carlo Buti o Plácido Domingo, che hanno stabilito un legame – per me – tra i piccoli fiori e le rondini, simbolo di speranza anche secondo il verbo degli uccelli e di resurrezione per via del loro continuo ritorno primaverile.
Ho così realizzato un piccolo quadro di 12x12 cm utilizzando il blu oltremare naturale composto da lapislazzuli afgani per identificare i fiori, mentre per le rondini il nero d’avorio – o nero d’ossa – e il cinabro – solfuro di mercurio – quest’ultimo colore considerato per eccellenza “alchemico”. Ho voluto porre un ulteriore richiamo all’alchimia attraverso l’inserimento dell’oro contrapposto all’ottone, a simbolo della sublimazione dei metalli in richiamo all’idea di resurrezione.
Opera attualmente in esposizione presso la galleria Sincresis di Empoli.